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"L’officina della pedagogia"

Le ragioni del nome

Nella scelta del nome dello studio ho dovuto vagliare diverse possibilità. Sapevo bene cosa volevo che significasse ma, nonostante ciò, non è stato facile individuare quello giusto. Ho dovuto trovare un termine che non fosse già usato – almeno da pedagogisti di mia conoscenza – scartando, ahimè, alcuni nomi molto belli e calzanti. Un giusto compromesso, quindi, tra un nome che rappresentasse veramente le attività che offro nel mio studio di pedagogia, ma allo stesso tempo, un nome nuovo.

 

La scelta è ricaduta su “L’OFFICINA DELLA PEDAGOGIA”. Officina è contratto da opificina, che a sua volta deriva da opyfex: fex, che significare fare, produrre anche a scopo culturale, e opy, che significa “opera”. In sintesi, artefice di un’opera.

 

Il fare – con le mani, il corpo o la mente – rappresenta un aspetto importantissimo per lo sviluppo neuropsicomotorio del bambino e un canale fondamentale per l’apprendimento. Confucio disse: “Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco”. Questa è la frase che guida ogni mia scelta pedagogica, sia in studio che a scuola, mediante una didattica “agita”: contenuti e discipline apprese attraverso esperienze concrete, che vedono protagonista il corpo e la mente, attivando così il bambino/a nella sua globalità. Proprio una didattica attiva permette lo sviluppo di competenze e padronanza e, in classe, si rivela una metodologia inclusiva, valorizzando tutte le intelligenze e abilità degli alunni/e. L’esperienza concreta, la sperimentazione con il corpo, la produzione di un elaborato tangibile, rafforza e a volte anticipa la parte più teorica, facendola emergere o sedimentare.

 

L’imparare facendo attiva l’interesse e la motivazione del bambino/a, permettendo così una costruzione attiva delle conoscenze. La mia ricerca continua per la produzione di materiale didattico specializzato – compresi gli strumenti compensativi per i bambini con bisogni speciali – segue indicazioni pedagogiche ben precise, dagli spunti montessoriani alle più recenti ricerca inerenti i disturbi specifici di apprendimento. Facilitare l’apprendimento, rendendolo il più possibile piacevole, usando tutti i 5 sensi (talvolta sporcandosi le mani) è il mio obiettivo.