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Progettare a scuola percorsi individualizzati ed altri personalizzati utilizzando le opportunità delle TIC

Partendo dalla constatazione della complessità e varietà che caratterizza la nostra società, la progettazione di percorsi individualizzati e personalizzati ci permette di tenere in grande considerazione le esigenze e specificità di ogni alunno/a, mettendo al centro la persona che apprende e non l’oggetto da apprendere.

Tale centralità è, quindi, una necessità che per attuarsi deve abbracciare alcune premesse essenziali: la considerazione della diversità come risorsa e non come disparità; il riconoscimento delle caratteristiche di personalità e temperamentali, degli stili di apprendimento e delle intelligenze multiple.  

Si parla pertanto di “Bisogni Educativi Speciali” che caratterizzano ogni alunno/a, non solo quello in condizione di handicap, e di “Progetto di vita” (anche nell’ottica del life long learning).   

 

L’educazione individualizzata si prefigge di far raggiungere a tutti gli alunni/e della classe obiettivi comuni, partendo da una puntuale analisi della situazione iniziale ed adattando il processo di insegnamento alle caratteristiche cognitive dell’intero sistema “classe”, nella sua globalità.

 

La personalizzazione, invece, utilizza strategie didattiche finalizzate a garantire ad ogni alunno/a percorsi ed attività elettive per potenziare i propri talenti e far emergere le eccellenze individuali nelle varie forme di intelligenza. Richiede una particolare attenzione a creare una offerta ricca e differenziata di stimoli, cosicché ogni alunno/a abbia la possibilità di scegliere e approfondire specifici percorsi personali, senza necessariamente dover ipotizzare percorsi separati. 

 

L’autonomia scolastica ci offre la possibilità di progettare attività e percorsi che tengano fortemente in considerazione i contesti e le caratteristiche della realtà scolastica ed applicare così le metodologie di insegnamento più adeguate. Le offerte formative e culturali del territorio potrebbero entrare a scuola, in orario scolastico sia extra scolastico, per permettere al bambino/a di coltivare attitudini e approfondire interessi nell’ottica di una didattica personalizzata. 

Il passaggio dai Programmi Ministeriali alle Indicazioni nazionali, inoltre, ci consente una flessibilità ed una libertà di intervento e progettazione curricolare assolutamente necessaria per rispondere alle esigenze dei nostri alunni/e.

 

L’approccio più adeguato per una educazione individualizzata è il “Mastery learning” (o apprendimento per padronanza) di Bloom. È una strategia didattica che prevede la strutturazione del percorso in Unità Didattiche significative che, tenendo in considerazione il più possibile lo stato di preparazione iniziale degli allievi/e, promuove progressivamente il raggiungimento delle abilità finali previste. Gli obiettivi educativi da far raggiungere al gruppo classe devono essere ben esplicitati, anche agli alunni/e stessi. Tali obiettivi, formulati in modo tale da rimandare direttamente a comportamenti osservabili, devono essere verificabili. Sono quindi delineati in modo molto chiaro e pratico, facendo riferimento alle abilità e competenze più che alle conoscenze (per esempio: “Sa risolvere un problema aritmetico” e non “Comprende la procedura per risolvere un problema aritmetico”). È necessario, inoltre, prevedere ed elaborare prove di verifica del raggiungimento del dominio delle competenze, ed attività integrative e di recupero qualora tale padronanza non sia stata raggiunta.

 

Per una didattica orientata alla personalizzazione, la strategia più valida è quella del “Progetto didattico”. Prevede una iniziale osservazione attenta degli interessi degli alunni/e – osservazione che deve proseguire durante l’intero svolgimento del PD – per poter individuare gli argomenti multidisciplinari da trattare e gli obiettivi generali da raggiungere. Si predisporranno così contesti stimolanti e si offriranno strumenti e materiali diversificati. Il luogo ideale è il laboratorio, verticale (tra alunni/e di diverse età) e orizzontale (tra alunni/e di diverse classi) che mirano all’implementazione delle abilità specifiche di ogni studente. L’aggregazione, quindi, di soggetti in base alle loro abilità o interessi rispetto alla tradizionale, e spesso poco proficua, aggregazione per età cronologica permetterà di lavorare mettendo veramente al centro del processo educativo la persona che apprende. Il docente deve porsi come sostegno (scaffolder) alle attività. È prevista una valutazione conclusiva che si potrebbe configurare come una riflessione comune e condivisa sulla esperienza effettuata.   

 

Sia nel caso di didattica individualizzata che personalizzata, l’utilizzo delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione è validissimo se non necessario, dovendoci rivolgere ad un’utenza con una conoscenza e familiarità digitale nella maggior parte dei casi spiccata. Ci consente di progettare un nuovo formato per l’apprendimento che, per alcuni alunni/e, si dimostra più efficace, interessante, significativo e quindi maggiormente motivato, facendo leva su altri canali che caratterizzano intelligenze e stili di apprendimento diversi.

 

Avere a disposizione dei Computer e la LIM, preferibilmente montata nella propria aula per un utilizzo quotidiano e non sporadico, legato all’eccezionalità, apre la strada a utilizzi interessantissimi. I software didattici come quelli della Erickson (alcuni ottimizzati anche per l’impiego sulla LIM) o dell’Anastasis ci permettono di creare mappe, esercitarci su abilità di letto-scrittura o matematiche, acquisire o sedimentare conoscenze legate alle discipline in maniera ludica e accattivante.

Le ricerche su Internet e l’uso di programmi per il montaggio e produzione di presentazioni o filmati video rendono il soggetto che apprende attivo e partecipe, permettendogli di costruire operativamente la sua conoscenza.

 

Come mostrato, la libertà operativa offerta dall’Autonomia Scolastica da un lato, e l’esigenza di rispondere alle nuove e complesse esigenze della realtà scolastica e sociale dall’altro, hanno comportato per i docenti la necessità di interrogarci su modalità proficue per rispondere adeguatamente. È un compito a cui non possiamo sottrarci e sta a noi configurarlo come stimolante sfida professionale oltre che dovere deontologico.